Il frantoio Terre dell'Olmo e le emozioni dell'arte olearia
Fare olio extra vergine d'oliva è una sfida ma soprattutto è un'arte antica.
La sua produzione è da sempre intrisa di quell'emozione generata dal forte legame con la terra che lo produce e le sue tradizioni.
Nella coltivazione dell'olio di oliva il Salento vanta una tradizione ultra millenaria iniziata con i monaci Basiliani e proseguita poi con i Cistercensi e gli Olivetani.
I monaci Basiliani diffusero sul territorio salentino, oltre alla coltivazione dell'olivo, anche la rarissima quercia vallonea.
L'organizzazione territoriale romana, la posizione strategica dei porti di Brindisi, Taranto, Gallipoli ed Otranto, ma soprattutto una situazione climatica eccezionalmente favorevole, fecero si che gli operosi ed intraprendenti agricoltori salentini trasformassero, in un arco temporale relativamente breve, il tacco dello stivale in un unico immenso oliveto.
Le varie dominazioni bizantine, saracene, normanne, aragonesi introdussero nel corso dei secoli le più disparate varietà di olive, dalle quali la sapiente maestria degli agricoltori locali ha selezionato quelle più adatte al territorio, creando un patrimonio genetico unico: l'olio salentino.
Il frantoio oleario Terre dell'Olmo è di tipo continuo e grazie a tecnologia ed innovazione permette di ottenere un prodotto di grande qualità.
Le olive vengono lavate, defogliate ed inviate al frangitore, la pasta ottenuta va alla gramolatrice e opportunamente addizionata ad acqua.
Il cuore di un frantoio con un impianto a ciclo continuo è senza dubbio la centrifuga, che separa la pasta in tre componenti: sansa, acqua di vegetazione e olio mosto. Acqua e olio di mosto sono poi inviati ai separatori centrifughi che ne separano l'olio.